L’incremento delle immissioni nell’atmosfera di gas serra ed in particolare di CO2 derivanti dalle attività antropiche, concorre all’aumento della temperatura media del nostro pianeta.
La comunità internazionale, l’Unione Europea e i singoli stati hanno cercato soluzioni attraverso accordi, direttive e norme (protocollo kyoto, direttiva energie rinnovabili, direttiva risparmio energetico, incentivi energie rinnovabili, etc.) al fine di limitare l’immissione di gas serra climalteranti nell’ambiente.
Una soluzione complementare in grado di dare un contributo significativo alla soluzione del problema del Global Warming o riscaldamento globale è quella di migliorare l’albedo medio della Terra, aumentando la quantità di energia che, provenendo dal sole è riflessa dalla Terra stessa e quindi non contribuisce al suo riscaldamento.
La Terra e la sua atmosfera può essere infatti considerata un sistema termodinamico che scambia energia con l’Universo ed i corpi celesti, in particolare con il Sole e la volta celeste. Partendo da questo concetto è possibile trovare la soluzione del problema, una soluzione concettualmente semplice destinata a rivoluzionare l’approccio ai cambiamenti climatici. Si tratta cioè di mettere in atto provvedimenti compensativi che provocano effetti opposti a quelli prodotti dall’aumento della concentrazione di gas serra in atmosfera, ristabilendo un equilibrio di scambio termico per irraggiamento in Watt/m2 pari a quello dell’era preindustriale. In tal modo è anche possibile compensare la riduzione delle superfici riflettenti ghiacciate delle calotte polari e dei ghiacciai perenni conseguente al Global Warming.
Come mostrato in Figura, l’energia che arriva sulla Terra dal Sole, attraverso la radiazione elettromagnetica è la cosiddetta onda corta tipicamente tra 0,2 e 4 micometri; essa viene in parte riflessa dalle nubi e dalle altre particelle presenti nell’atmosfera (circa il 26%), in parte viene assorbita dalle nubi e da altri gas e particelle presenti nell’atmosfera (circa il 19%), mentre il restante parte circa 55%, raggiunge la superficie dove viene in massima parte assorbita dal terreno e dall’oceano trasformandosi in calore la cosiddetta onda lunga tipicamente tra 4 e 25 micrometri.
La radiazione ad onda lunga (calore terrestre) ha molta più difficoltà a riattraversare l’atmosfera e disperdersi nello spazio specie se aumenta la concentrazione di CO2 o altri gas clima-alteranti (effetto serra).
Attualmente è stato valutato in circa 3 W/m2 il surplus di flusso radiativo intrappolato sulla superficie terrestre responsabile del riscaldamento globale.

La tecnica proposta è quella di riflettere immediatamente sulla superficie terrestre una parte della radiazione ad onda corta (nella fig. in giallo) proveniente dal Sole prima che si trasformi in calore ad onda lunga. E’ sufficiente riflettere una piccola quantità di radiazione solare ad onda corta per avere un contributo significativo o addirittura completamente risolutivo aumentando la radiazione riflessa verso lo spazio dagli attuali circa 20 W/m2 a 23 W/m2 . Da ricerche scientifiche accurate (cfr. Congresso Nazionale CIRIAF Marzo 2007) infatti, una superficie bianco riflettente certificata di circa 1 m2 con coefficiente di riflessione maggiore del 90%, è in grado in un anno (in funzione della latitudine e del luogo di esposizione) di compensare il riscaldamento globale prodotto da 70-140 Kg di anidride carbonica equivalente. Più in generale, anche adottando ampi coefficienti di sicurezza e valori medi globali terrestri, mediamente una superficie orizzontale bianco riflettente certificata di circa 15 m2 compensa l’effetto riscaldante di una tonnellata di anidride carbonica immessa in atmosfera.